La chiesa Madre di Guagnano (Arcidiocesi Brindisi-Ostuni), diversamente da molte altre chiese di area mediterranea, è costruita con la facciata rivolta ad oriente anzichè a ponente. Ciò è dovuto all’ampliamento dell’antica piccola cappella costruita dove fu trovata l’immagine della Madonna del Rosario (*), di cui si volle conservare la posizione dell’altare a lei dedicato.
Da questo vincolo derivò la nuova sistemazione della piazza del paese davanti all’ingresso della chiesa, ove prima iniziava la foresta oritana. Fu, probabilmente, a causa dei danni conseguenti al terremoto del 20 febbraio 1743 che la chiesetta, del XIV o XV secolo, dovette essere abbandonata e, in ragione delle accresciute necessità della popolazione, si pensò di rendere più grande l’edificio.
Delle due porte sulle facciate, quella a sinistra reca la data del 1751, quella centrale è datata 1752. Le pareti perimetrali sono già compiute nel 1752, ma non la copertura e le rifiniture che saranno completati solo nel 1755, come reca inciso il fastigio sulla cima. Di undici anni posteriore è l’arco trionfale del presbiterio, mentre la copertura a volta è del secolo successivo.
La costruzione fu, infine, portata a compimento nel 1798 e legittimata il 20 maggio di quel medesimo anno dall’arcivescovo di Brindisi Annibale de Leo che dedicò la chiesa alla Vergine e consacrò l’altare maggiore ponendovi nella mensa le reliquie dei martiri Urbano, Donato, Crescenzio e Nomiliano. La parrocchiale, già restaurata nel 1898, venne interessata da nuovi lavori, iniziati nel 1923 e completati il 5 ottobre 1924 alla presenza dell’arcivescovo Tommaso Valerio Valeri.
Oggi l’edificio si presenta con un’imponente facciata barocca divisa in due ordini, caratterizzata da un elegante portale d’ingresso, sul quale è ubicata una bella scultura dell’Assunta, da due portali più piccoli e da raffinate decorazioni. Il campanile fatto all’antica, probabilmente “a vela” con due campane, oggi è sostituito da una torre campanaria a base quadrata, con una monofora in ogni lato.
Chiesa Madre dell’Assunta con vista sulla piazza principale
Facciata principale
Portale d’ingresso con la scultura dell’Assunta ed epigrafe recante l’anno 1752
Fastigio recante l’anno 1755
Torre campanaria
Entrata laterale
Sull’entrata laterale è incisa la data 1751
Dell’antica chiesa, oltre al muro ove è l’affresco della Madonna detta del Rosario, rimane il battistero intagliato in pietra leccese, scoperto durante i restauri del 1981, sotto gli stucchi barocchi dell’ancora usata vasca battesimale, precedente forse al 1565, anno in cui è indicata come già esistente nella chiesa, come da relazione della visita pastorale di Mons. Bovio.
Qui sono conservate diverse opere di pregio settecentesche, tra queste si eleva il dipinto della Madonna del Rosario, di provenienza ignota e di non facile assegnazione. Collocabile cronologicamente negli ultimi anni del XIV secolo, sembra far parte di una serie di opere che testimonia il persistere in Terra d’Otranto di un diffuso carattere bizantino che si protrae anche oltre il medioevo. Costituisce, perciò, un esempio del proseguimento in Puglia, in pieno Rinascimento e anche oltre, della cosiddetta “maniera greca”.
Il modello compositivo, infatti, è quello comune che segue il consueto schema della “Madonna in trono con Bambino e due angeli”. Tuttavia, nell’impostazione e nell’esecuzione si possono scorgere reminiscenze della più antica Odigitria, appellativo di origine greco-bizantina della più nota immagine della Madonna col Bambino, attestata in periodo pre-iconoclastico soprattutto a Costantinopoli e diffusasi poi in copie di stile bizantino.
L’interno, a croce latina con tre navate, è decorato con sfarzosi stucchi dorati. Le navate, che presentano una copertura a stella, ospitano alcuni altari barocchi sotto il titolo del Crocefisso (già Cena del Signore, tela del XVIII sec. trafugata e ora Cena di Emmaus), di San Francesco Saverio, di Sant’Oronzo, della Madonna del Carmine, dei Santi Cosma e Damiano, di San Francesco d’Assisi e di San Giuseppe.
Navata Centrale
Tela rappresentante Mosè
Altare maggiore
Madonna del Rosario, statua del XVIII sec. con abito ricamato
Statua dell’Immacolata
Navata laterale dx
Altare della Madonna del Carmine
Altare della Vergine Immacolata
Altare dei Santi Cosimo e Damiano
Altare di San Francesco d’Assisi
Altare della Madonna del Rosario – Transetto braccio dx
Altare della Madonna del Rosario (part.)
Transetto braccio laterale sx
Altare con la tela “Cena di Emmaus” (di U. Colonna) – già Altare del Crocifisso
Altare dell’Addolorata
Navata laterale sx
Altare di Sant’Oronzo
Altare di San Giuseppe
Statua di S. Lucia
Altare di San Francesco Saverio
Statua di Sant’Antonio Abate col maialino
Battistero in pietra del secolo XVI
Il lavoro di restauro è stato svolto dal decoratore Raffaele Murra che, nella sua relazione finale sui restauri datata 26.2.1985, dichiarava:
“Accettai e rimasi impegnato per più di un anno. Sono stati ripresi, e, in parte rifatti, gli stucchi del secolo XVIII nelle parti mancanti e rovinate. Sono stati restaurati anche i cornicioni e il tutto è stato pitturato a tempera e, dove era richiesto dallo stile, con oro zecchino a 23 carati. E’ stata restaurata la tela rappresentante Mosè, rimuovendola dal soffitto della navata centrale ove è stata poi ricollocata. Sono stati ripuliti gli altri quadri che ornano gli altari delle navate laterali. E’ stato trasferito ad altro posto, diverso dal suo, il battistero antico che, in parte liberato dalle sovrapposizioni di stucchi cadenti del secolo XVIII e da calcina, è risultato precedente all’epoca cui era attribuito. Una facciata è rimasta con stucchi e calcina a testimonianza dell’intervento operato nel secolo XVIII. Il prospetto dell’organo, alle spalle dell’altare, è stato decorato in chiaroscuro.”
(*) Il toro e la Madonna – Il culto della Madonna del Rosario è legato a un’antica leggenda. Si racconta che una volta, un toro si staccò dalla mandria e s’inoltrò nella foresta oritana. I mandriani lo cercarono a lungo, inutilmente, e, quando avevano deciso di desistere udirono dei muggiti. Guardando nella macchia, videro il toro inginocchiato tenendo tra i denti un rosario. Si attivarono, allora, per fare alzare l’animale, senza però riuscirvi. Ad un certo punto un mandriano notò che, su di un muro, nascosta tra la vegetazione era l’immagine della Vergine del Rosario. L’uomo richiamò l’attenzione degli altri e tutti insieme si misero a pregare. Subito dopo il toro si rialzò e tornò nella sua stalla. Da quel momento la Madonna del Rosario diventò la patrona di Guagnano.
Bibliografia:
Rosario Jurlaro, Guagnano chiesa e società
Wikipedia, Chiesa di Santa Maria Assunta (Guagnano)